1° Festival Teatrale delle compagnie altamurane
Organizzato da Lions Club Saverio Mercadante e Tribunale della Salute
Sabato 17 Gennaio 2009 ore 20:00 (invece che il 6 Marzo)
Teatro Caserma Trizio, 31° Reggimento Carri – Via Gravina Altamura
The Female Intelligence
L’Intelligenza Femminile
di e con Emar Donato Laborante e Tonio Creanza
e con Vincenzo Bigi
Un pensiero globale per un’azione globale.
Serata a sostegno dell’Associazione alla Salute Onlus – Foggia
L’Associazione Alla Salute ONLUS di Foggia è nata nel 1989 come espressione della comunità diurna per alcolisti del Centro di Medicina Sociale – OO.RR. di Foggia, (direttore Dr. Mariano Loiacono) svolgendo attività gestite e promosse dagli stessi alcolisti ed ex alcolisti in trattamento, iniziative e progetti tesi a modificare i modelli culturali e sociali ispirati all’uso dell’alcol.
Negli ultimi anni l’associazione ha ampliato il campo di azione, interessandosi delle problematiche del “disagio diffuso” nelle varie forme in cui esso si manifesta: dipendenza da sostanze psicoattive e non, disagio asintomatico, attacchi di panico, disturbi dell’alimentazione, depressione, forme di frammentazione interiore fino alle sindromi psicotiche ecc., svolgendo attività di sensibilizzazione, informazione e riabilitazione nel territorio, adottando il “Metodo alla Salute”
Ferula Ferita ringrazia il 31° Reggimento Carri per la cura del teatro e tutto il pubblico con l’auspicio che possa essere anch’esso ispirato dai pensieri ANTENATI.
Invitiamo tutti coloro che hanno assistito allo spettaclo a scrivere ed inviarci un commento, grazie.
7 commenti
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La prima volta che ho sentito parlare di questo spettacolo mi sono chiesta come sarebbe stato possibile mettere al centro “l’intelligenza femminile” senza far salire una donna sul palco.
La risposta è diventata chiara, evidente sabato scorso quando il pensiero “tondo” femminile, quello di chi preferisce la strada lunga e difficile a quella breve è stato rappresentato, esaltato e…raccontato. Per una sera le storie del passato, quelle raccontate dai nonni, sono diventate reali e si sono mescolate con il presente e i suoi disagi.
Una stalla può spiegare i ricoveri psichiatrici dove il malato viene spesso “sedato” ma non accompagnato in un percorso che lo aiuti a “scioglieri i nodi” e recuperare il proprio sé.
Uno stagno senza pesci può essere il pretesto per parlare di una murgia tanto amata da regalarle televisori, lavatrici e lavastoviglie.
All’inizio dello spettacolo sono stati seminati petali di rosa, delicati e bianchi che hanno fatto germogliare poesie in dialetto, racconti in italiano e spiegazioni in inglese.
Avvolti nel fumo del passato noi – pubblico moderno e spesso dimentico – abbiamo ricordato lemmi e luoghi che appartengono ormai alla memoria.
Gli antenati hanno parlato con la loro musica e la loro saggezza, regalandoci un saggio indimenticabile di “intelligenza femminile”.
Questo spettacolo sull’intelligenza femminile mi è piaciuto molto. Ho apprezzato tantissimo la capcità che avete avuto di mescolare regitri, stili e livelli diversi, dalla saggezza popolare alla fiaba alle riflessioni sulla vita alla danza alla musica al dialetto all’ironia… Mi ha commosso la recitazione genuina e profonda di Donato e le molteplici arti di Tonio… Vi ringrazio inoltre per aver dato spazio e valore al metodo alla salute e a Mariano. Siete un trio di valore, veramente. sono proprio contenta di aver preso parte allo spettacolo. Spero di poter avere altre occasioni di incontro e di scambio con voi. Un abbraccio forte e una avanti tutta di cuore, Barbara
Lo spettacolo mi ha molto colpito. Siete riusciti in meno di un ora di spettacolo arte, tradizione e impegno sociale. Complimenti
Ho partecipato con molto piacere allo spettacolo e sono rimasta incantata nel vedere come la favola e la saggezza si sono mirabilmente intrecciate prendendo spunto dalla realtà. La proiezione del pezzo tratto dal dvd girato da Giù le mani dai bambini presso il Cms di Foggia è stato un ottimo esempio di come si possa far riflettere anche attraverso una serata di divertimento e ci ha aperto a godere uno spettacolo che ha tenuto viva l’attenzione di tutti fino alla fine. Ho apprezzato in particolare tutto il gioco delle parti che gli attori sono stati capaci di mettere in scena, l’alternanza del dialetto altamurano con l’inglese (spesso per me più comprensibile!), le frasi che di tanto in tanto gli attori lanciavano al pubblico come perle di teoria. “Per conoscere un legame, bisogna sciogliere il nodo” è la frase che ho sentito risuonare dentro di me con grande forza e che ancora mi sta facendo riflettere. Grazie alle emozioni che ci avete regalato, grazie all’estro di Donato, grazie alla presenza silenziosa del terzo attore, grazie alla nonna Rosa (ricordo bene?) ispiratrice di questa favola di altri tempi, grazie al 31° Reggimento Carri che ha permesso alla Vita di entrare in luoghi visti come inaccessibili e un grazie particolare al mio amico Tonio che, alla vigilia di scelte importanti, ha saputo ancora regalare alla sua amata terra un dono impreziosito dalle sue lacrime. Con affetto, vi abbraccio
cari tonio e donato, scusate se lo faccio ancora oggi, ma in questo giorni ci sono stati un pò di impegni;
anzitutto voglio ulteriormente ringraziarvi per la donazione che ci avete fatto e per la generosità e lo spirito con la quale avete pensato di farlo; vi ringrazio davvero di cuore.
Passando allo spettacolo devo dire che era la prima volta che vedevo Tonio (con il quale ho un rapporto più approfondito visto il cammino condiviso al CMS) all’opera da un punto di vista artistico (anche se qualche piccola cosa, tipo canzoni o scritti l’avevo già sentita).
Di Tonio mi colpisce questa sua capacità di saper coniugare le varie parti dell’espressione artistica (Canto, musica, poesia, teatro) in maniera armonica, bella, leggera , ma al tempo stess ricca e profonda. Sei davvero bravo Tonio e mi piace sentirti parlare, mi trasmetti energia e vitalità.
Per quanto rigurda Donato, ti ho visto in un piccolo spezzone del DVD “Unità di cirsi” e già li mi colpisti per la tua capacità di saper utlizzare un linguaggio forbito ma ricco di particolari, cosa poi confermatami il 7/12 al compleaano alla Salute di Althea dove hai detto/recitato della storia di Fornello, bellissimo!
La conferma dfinitiva l’ho però avuta il 17.
Di te m’incanta (e non esagero) questo tuo modo di parlare di cose semplici ma con termini profoindi, saggi e con una cadenza ed un tono (o forse anche un timbro) di voce (per me caratteristcii) che sanno andare al cuore delle persone. Credo che questo ti derivi, insieme a tante altre belle caratteristiche che hai, dalla tua vita che (come direbbe De Andre) si vede che è stata una vita vera e vissuta, in quanto anche sofferta e si vede che hai anche girato molto e fatto molta esperienza. davvero resto incantato quando ti ascolto.
Dello spettacolo in se che dire: mi è piaciuto molto; mi è piaciuta la trama, la sceneggiatura e la semplice scenografia, nonchè la capacità di mescoalre abitudini e culture popolari, nazionali e inglesi.
Bravo è stato anche Vincenzo.
COntinuate così.
Troverete probabilmnhte più in la anche una voce sul blog del Metodo sullo spettacolo.
Un abbraccio a tutti e tre
gianni Chiariello
Sul palco del teatro della Caserma Trizio di Altamura, tre uomini in frac, con cappello a cilindro e viso dipinto da clown, si presentano come testimoni di nozze tra l’assurdo e l’Intelligenza Femminile.
The Female Intelligence di Emar Donato Laborante e Tonio Creanza è un omaggio allo spirito di arguzia e di sagacia che risiede in ognuno di noi, ma che non sempre sappiamo cogliere ed esprimere.
Dal racconto orale della nonna, una semplice contadinella riesce ad andare aldilà delle furbe e assurde macchinazioni di un re, conquistandone il cuore. Questa storia ci illustra come la semplicità, la leggerezza e l’essere privi di aspettative ci rendono più flessibili e più preparati ad affrontare le inevitabili insidie della vita.
Quindi, quando alla contadinella viene chiesto di presentarsi al castello né di giorno né di notte, né digiuno né sazia, né pettinata né spettinata, né vestita né nuda, né a piedi né a cavallo, trova la soluzione a questo rebus provocatorio proprio grazie al suo intuito “femminile”. La giovane donna si reca al castello all’alba del giorno seguente, al momento in cui le tenebre incontrano il giorno, masticando una castagna senza deglutire, con metà testa pettinata e l’altra metà spettinata, indossando una rete attraverso la quale si intravede la sua nudità e in groppa ad una capra con i piedi che rasentano il suolo. Quando arriva a destinazione, è il re ad inginocchiarsi alla contadina, colpito prima dalla sua sagacia e poi, accorgendosi della bellezza della fanciulla, innamorandosene perdutamente.
The Female Intelligence ci insegna che, quando ci concentriamo sugli estremi nella vita, sui poli bene-male, notte-giorno, giovane-anziano, malattia-salute, non facciamo altro che vivere nella dualità e nell’ambivalenza, perdendo energia e soffrendo ogni volta che, inevitabilmente, siamo costretti a fare la spola tra i due poli. Attraverso l’anziano contadino, padre della ragazza, riconosciamo che “Ogni volta che le cose non vanno come le abbiamo programmate, abbiamo paura. Abbiamo paura di cambiare, abbiamo paura di lasciare. Abbiamo paura di scavare e trovare il vuoto”. Mentre, non dandosi al panico, la figlia dimostra che è, proprio grazie al vuoto, al femminile, che diventa possibile prima unire gli opposti e poi andare aldilà di essi per vivere serenamente sul confine tra le diversità. E così, un potente re può prostrarsi ai piedi di una povera contadina e persino prenderla in sposa… e un palco spoglio, quasi vuoto, può essere colmato di pochissimi gesti, di un apparato fatto di una serie di disegni raffiguranti le tantissime scene e girati dagli stessi attori. Per esempio, nella bellissima scena del matrimonio, muniti di un cerchione coloratissimo, di una chitarra e di una canzone fischiettata, i 3 attori trasmettono in meno di 3 minuti l’allegria e il coinvolgimento di 3 giorni di festa da parte di 3 mila ospiti!
Ma successivamente, ci viene ricordato che nessuna trasformazione avviene in poco tempo e che la realizzazione di un nuovo ordine è un processo, piuttosto che un punto di arrivo. Così, lo stesso re che ha concesso il prezioso dominio del proprio cuore alla sua nuova regina, fa difficoltà a rinunciare al potere consentito dagli affari di stato. Anche in questo caso, la contadina-regina ci insegna che, per modificare una situazione rigida, chiusa, che non vuole cedere, bisogna sapere attendere, pazientare e poi agire con delicatezza, magari insinuandosi di notte, al buio, per non dare nel occhio all’ordine prestabilito…
Quando ci allontaniamo dal teatro-caserma, sorge l’inevitabile domanda: come fanno tre uomini a rappresentare l’intelligenza femminile senza l’intervento sul palco di una singola donna? La risposta, credo, è altrettanto evidente, ossia, che, se è vero che l’intelligenza femminile risiede nella leggerezza, nella flessibilità, nel saper attendere ma anche nel saper accogliere le impreviste, allora non può e non deve essere dominio esclusivo delle donne. Di conseguenza, il nostro palco-teatro è un contenitore per la leggerezza e la magia, dove, in poco più di un’ora, assistiamo al gioco vuoto-pieno di attori che con destrezza entrano ed escono dai ruoli di narratore e di personaggio, del re pedante che improvvisamente diventa gallina e poi cavallo, di un dialogo che alterna tra l’italiano, l’altamurano e l’inglese, del metateatro che ci priva di ogni aspettativa e fa sì che un attore possa leggere direttamente dal copione, o richiamare all’ordine il suo collega, che un prologo si presenti come giusto contesto in cui introdurci alla realtà del Metodo alla Salute, e che una scena di pesca diventi occasione per punzecchiare chi abbandona i rifiuti. E giustamente, siamo chiamati a celebrare The Female Intelligence come testimoni de “l’unione tra l’intelligenza e la sensualità, l’unione tra l’umiltà e la saggezza, il connubio tra dedizione e partecipazione. ”
Althea Muirhead
ciao ragazzi!scusate il ritardo per il commento e la mancata visita ma la vostra città mi ha trattenuto qualche giorno in un’altro teatro,ma di ansie ,che sta verso la stazione..cmq questa è un’altra storia ed io non voglio privarmi adesso del piacere di dire che non vedevo uno spettacolo come ” L’intelligenza femminile” da molto tempo: puro,vero,pieno di creatività e di spunti socio-umanitari che tutti, indistintamente , dovrebbero cogliere. ovviamente ci sono stati dei piccoli momenti e problemi tecnici,soprattutto nella parte iniziale che lasciavano lo spettatore rilassanto e poco attento e per quanto riguarda l’aspetto registico, sarà per una deformazione professionale, ma qualche domandina ve la farei..
Comunque tutto questo durante lo spettacolo mi è volato anche dalla mente
perchè mi avete così buttato dentro la vostra storia che a malincuore finito lo spett. volevo uscirne!alla fine della fiera penso di aver visto uno spettacolo degno di un pubblico nazionale e sono contento che a realizzare questi progetti siano dei miei conterranei!sentiti complimenti ragazzi!consiglio vivamente lo spettacolo a tutti!grazie voi!un abbraccio a DOnato e Tonio e spero di riuscire prima o poi a venire ad Altamura…saluti Donato